domenica 18 ottobre 2009

Polenta e gras pistà, sublime semplicità.



Ai primi freddi provate questa squisitezza d'altri tempi, qui da noi il pesto lo si trova in qualsiasi macelleria o rosticceria ma se non siete del posto , basta pestare il lardo con un coltello caldo, che immergerete nell'acqua quasi bollente o sul fuoco come dice la ricetta, tra una battuta e l'altra.
Io lo faccio sulle fette di polenta abbrustolite...

Ingredienti x 6 persone:
FARINA DI MAIS A GRANA GROSSA: 500 g
- SALE: q.b.
- LARDO: 200 g
- PREZZEMOLO: 30 g
- AGLIO: uno spicchio

Preparazione:
Portare a ebollizione l'acqua salata e versarvi a pioggia la farina gialla, mischiando continuamente. Cuocere (aggiungendo acqua bollente se necessario), sempre mescolando, per circa un'ora, finché la polenta non si stacchi dalla pareti del paiolo. A polenta quasi cotta, battere il lardo, il prezzemolo e l'aglio con la lama di un coltello riscaldata sulla fiamma, finché non siano ridotti in poltiglia;rovesciare la polenta sul tagliere e dividerla in fette;spalmare su ogni fetta un po' di battuto e consumare ben calda non appena questo si sarà sciolto.

Origini e storia:
Il gras pestà, cioè il battuto di lardo di maiale, è ingrediente tipico della cucina povera lombarda. Veniva utilizzato per il condimento di pappe e minestre, per la cottura di legumi e di patate arrosto (pomm de tera in gras pestà) e spesso costituiva l'unico apporto non vegetale in un regime alimentare povero di grassi e di proteine animali. La polentà e gras pestà è l'archetipo di tutte le altre polente. Come altre polente, puo' essere considerato anche un piatto unico. L'abbinamento ideale è con vini rossi un po' aggressivi e ingenui, come il Nustranel contadino, prodotto con uvaggi a varia proporzione di Clinton. Appropriata anche la Bonarda dell'Oltrepò e il Capriano del Colle rosso, non invecchiato.Il tipico abbonamento nel mantovano e' con il Lambrusco.

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